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MENÙ SOLO TESTO:

 

 

 

 

PENSIERI D'ARTISTA

◊ La mia opera inquadrata nel mondo attuale?
E’ lo stesso che dire del proprio io. Ecco…
Sono un volgare autodidatta che s’è voluto far da solo. E la mia opera è, come me, sola e lontana da ogni celebralismo, da ogni filosofia colata dalle cattedrali e dai parolai che dimostrano di conoscere il solo vestito dell’uomo.
E’ lontana da ogni bandiera dai colori sacri o profani e di conseguenza da ogni interesse di bottega, di corrente, di scuola

ed anche… di uno o più dei miei simili.
E’ il bisogno di penetrare le cose e di renderle con il loro spirito più umano.

◊ Il lavoro lo sento perché l’ho conosciuto con le mie mani e non in comizi o attraverso dottrine. Le miserie le conosco per prova e da esse traggo la mia linfa e per esse opero. Il rispetto, anche di me stesso, mi porta a considerare ogni pensiero, ogni forma, ma l’uomo opera per l’uomo e la pura e semplice astrazione, la decorazione, la moda può interessare un superuomo lontano dai suoi simili od un servo robot.

◊ Non voglio dire che ci si debba affidare solamente al “Caso”, ma penso che esso giochi un ruolo importante nella nostra vita. Quante volte ci siamo chiesti: se anziché “A” fosse successo “B”, ora potrei trovarmi in “X”, ammettendo così in parte la nostra impotenza decisionale? C’è stato Uno che affermava: “Trovo, non cerco” (intervista a Francesco Magnani, 1979)

◊ Si sa che il mestiere non deve essere “tutto”: il buon senso e la logica lo suggeriscono ma vogliono anche che esso sia dall’artista conosciuto e posseduto a fondo per essere dominato.

◊ Le arti vanno scoraggiate.

◊ La mia esperienza si formò nell'ambito del lavoro al quale mi sento orgogliosamente legato. Senza alcuna ombra di retorica. E la mia opera, almeno nelle mie intenzioni, vorrebbe riflettere questo mondo. ( 1949).

Imparare innanzitutto il mestiere per poter poi essere libero di esprimermi. ( 1951).

◊ Preoccupato di formarmi uno stile improntato ad un linguaggio profondamente umano. ( 1951).

Ultima chiosa dell'artista ritrovata dal figlio Aldo, tra fogli di appunti, quindici anni dopo la scomparsa del padre: <<Così era mio padre>>.
Promemoria per il dottor Giubbini (Direttore Museo Villa Croce, Genova, n.d.r.) circa la mostra Xylon e personale per il mio 80°.
Per la forma della mostra Xylon, ad inviti o no, deve essere decisa dal comitato direttivo, principalmente per quanto riguarda l'inserimento della mia personale.
Sembra poi illogico che io, come presidente, possa proporre una mia presenza. Il problema è forse possibile superare, qualora il Comune faccia la proposta alla Presidenza dell'Associazione.

Ma per me è sempre una cosa d'imbarazzo, di favore per me e non giusto nei confronti dei colleghi. E non mi piace chiudere la mia carriera in questa modo.